venerdì 28 aprile 2017

Recensione - "Un imprevisto chiamato amore" di Anna Premoli

Buon venerdì lettori,
ieri è uscito "Un imprevisto chiamato amore" di Anna Premoli...e indovinate un po'? Io ho avuto il piacere di leggerlo in anteprima e non vedevo l'ora di parlarvene! Non ho mai fatto mistero del mio amore per l'autrice, ma credetemi se vi dico che questo nuovo romanzo mi ha fatto ripensare ai suoi primi lavori, e andrà ad affiancarsi a "Come inciampare nel principe azzurro", tra i miei preferiti in assoluto.




"Sono una funambola della vita. Ho imparato a tenermi in piedi anche con i venti più devastanti. E se cado, mi rialzo. Perché non ho grandi alternative."


Trama.


Jordan ha collezionato una serie di esperienze disastrose con gli uomini. Consapevole di avere una sola caratteristica positiva dalla sua parte, ovvero una bellezza appariscente e indiscutibile, è arrivata a New York intenzionata a darsi da fare per realizzare il suo geniale piano. Il primo vero progetto della sua vita, finora disorganizzata: sposare un medico di successo. Jordan ha studiato la questione in tutte le sue possibili sfaccettature e, preoccupata per le spese da sostenere per la madre malata, si è convinta di poter essere la perfetta terza moglie di un primario benestante piuttosto avanti con gli anni. Ma nel suo piano perfetto non era previsto di svenire, il primo giorno di lavoro nella caffetteria di fronte all’ospedale, ai piedi del dottor Rory Pittman. Ancora specializzando, per niente ricco, molto esigente e tutt’altro che adatto per raggiungere il suo obiettivo...

Perché leggerlo?

Jordan e Rory sono due personaggi che amerete, ne sono sicura. Sì, perché stavolta Anna ha creato dei protagonisti che, pur inserendosi in una storia d'amore leggera, tenera e romantica, in realtà sono davvero complessi.
Jordan crede di essere stupida e di poter contare solo sulla sua bellezza. Proprio per questo pensa che la soluzione ai suoi problemi sia quella di sposare un ricco medico e, soprattutto, ritiene Rory, specializzando con il quale nasce da subito un'intesa speciale, fuori dalla sua portata. Ma si sbaglia di grosso e avrà bisogno di un po' di aiuto per capirlo.
Rory, invece, è un principe azzurro in carne ed ossa e non  se ne rende minimamente conto. Oltre a essere bello e bravo, è anche un ragazzo tremendamente inquadrato, organizzato, e che cerca sempre di dare il massimo. Proprio questo ultimo tratto del suo carattere, è quello che lo porta a pretendere lo stesso comportamento dagli altri. Ecco perché spingerà Jordan a tirare il fuori il meglio di sé, a cercare di realizzarsi. 
"Un imprevisto chiamato amore" è a tutti gli effetti una commedia romantica, dato che non mancano le schermaglie amorose tra i protagonisti, le incomprensioni, e un bellissimo finale, ma è anche molto di più.  I miei occhi sono diventati lucidi leggendo le righe dedicate al rapporto tra Jordan e sua madre, gravemente malata, e il mio cuore si è addolcito notevolmente per i gesti disinteressati compiuti da Rory.
C'è poi un altro elemento che rende questo libro adorabile, ed è l'amore per la lettura che Rory trasmette a Jordan e che nasce in un luogo meraviglioso come la biblioteca pubblica di New York.


E infine, ci sono tanti riferimenti ai classici della letteratura, e all'inizio di ogni capitolo si trovano citazioni tratte dal film Colazione da Tiffany. Cosa volete di più?
Vi consiglio di immergervi subito nella lettura di questo bel libro per poter apprezzare per l'ennesima volta lo stile di Anna Premoli, e per sognare di trovare la persona giusta, quella fa emergere il meglio di voi.

Come sempre, giunti alla fine della recensione, è il momento della canzone e ho pensato a Best Of You dei Foo Fighters, ma a questo link troverete anche la colonna sonora che Anna ha usato per la scrittura del romanzo, e che ha deciso di condividere con noi lettori nelle ultime pagine di "Un imprevisto chiamato amore".



"I’ve got another confession my friend
I’m no fool
I’m getting tired of starting again
Somewhere new

Were you born to resist or be abused?
I swear I’ll never give in
I refuse
Is someone getting the best, the best, the best, the best of you?"


giovedì 27 aprile 2017

{ BlogTour} "Eppure cadiamo felici" di Enrico Galiano - Intervista e playlist

Buongiorno cari lettori,
oggi ospito la seconda tappa del blogtour dedicato ad un libro che mi ha colpita per la delicatezza della storia di cui parla e per il modo chiaro e diretto in cui è stato scritto. Si tratta di "Eppure cadiamo felici" di Enrico Galiano, professore che sa come arrivare al cuore dei suoi alunni, e, ora, anche a quello dei suoi lettori!

Intervista all'autore



Sei stato nominato tra i migliori cento professori d’Italia e in “Eppure cadiamo felici” hai creato un personaggio, il professor Bove, che è l’insegnante che tutti vorremmo incontrare durante il nostro percorso scolastico. Secondo te quali sono gli elementi necessari far breccia nel cuore degli studenti?  
Non lo so se ci riesco proprio sempre, anche perché il cuore degli adolescenti è una selva oscura molto più oscura di quella di Dante. Posso solo dire che la cosa fondamentale, quella che viene prima di tutte le altre, è ascoltarli. E per ascoltarli intendo proprio mettersi lì e ascoltare quel che hanno da dire. Senza quello puoi pure scordarti di riuscire ad arrivare da qualche parte nel loro cuore.

La storia di Gioia e Lo è dolce, ma dolorosa e triste allo stesso tempo. Come ti è balenata in testa l’idea di raccontare le loro vicende?
Più che altro sono due personaggi che sono nati dentro di me, non lo so come e non lo so perché. Se devo essere sincero, per me non sono neanche due personaggi inventati ma due persone vere. Io ogni tanto con Gioia ci parlo, per dire. In ogni caso, tutto è nato quando una sera in macchina con una mia amica mi è apparsa Gioia, insieme a una domanda: come sarebbe raccontare una storia in cui uno dei due sembra quasi un fantasma che appare e scompare e non si sa bene chi è? Il mattino dopo mi sono messo al computer e ho iniziato a scrivere scrivere scrivere, i primi sette otto capitoli sono nati così, di getto, e sono anche quelli che nel corso del tempo ho cambiato meno, quelli che sono rimasti più invariati. E’ sempre un gran bel segno quando una storia parte così bene, vuol dire che è quella giusta!

Mi ha molto colpito la passione della protagonista per le parole intraducibili. Da cosa è derivata questa scelta? Quali sono le tue preferite?
Gioia odia una cosa, dei rapporti umani: che sia quasi sempre necessario “tradursi” agli altri per farsi capire. A lei piacciono quei rapporti in cui uno può essere sé stesso, dire le parole che ha in testa così come sono, senza bisogno di traduzione. E così ha questa passione per le parole intraducibili da tutte le lingue del mondo: parole che sono bellissime così, nel loro significato misterioso che racchiude a volte pagine intere di spiegazione. Le mie preferite sono “komorebi”, in giapponese la luce che filtra attraverso le foglie degli alberi e “neach-gaoil”, una parola del gaelico gallese che significa… beh, non posso dirti cosa significa perché sarebbe un piccolo spoiler. Alla fine del libro comunque trovi tutte queste parole raccolte in una sorta di estemporaneo dizionario della parole intraducibili di Gioia Spada.

La musica e la fotografia sono presenze fondamentali della mia vita, per questo mi sono ritrovata molto nel personaggio di Gioia. A tuo parere, cosa le rende così importanti?
La musica è un po’ come la scrittura, le storie: un qualcosa che trasforma in tempo perfetto, melodico, ciò che nella vita è imperfezione, tempi morti, finali scontati. Abbiamo bisogno della musica perché fondamentalmente dentro di noi vive un’anima che ha bisogno di questo tempo “diverso”, che scandisca gli attimi della nostra vita con un ritmo che dia ad essi un senso, un significato. La fotografia, invece, è magia pura, e anche qui si parla di attimi, ma di attimi che si scolpiscono su uno schermo o su una pellicola e diventano eterni: è il nostro modo di sottrarre la vita al suo fluire inesorabile. Gioia poi adora fare le foto alle persone prendendole di spalle per cogliere, di loro, l’intima essenza, la loro verità, ciò che non si può contraffare. Proprio perché lei non odia le persone come apparentemente può sembrare: odia solo le bugie.

Il tuo romanzo arriva dritto al cuore dei lettori e infonde speranza. Era questo il tuo obiettivo? Vorresti comunicare qualcosa a chi si appresta a leggerlo?

Sinceramente non avevo obiettivi, se non raccontare una storia che viveva dentro di me e dare voce alle vocine che sentivo dentro la mia testa (un po’ come i matti, suppongo). Quanto al voler comunicare qualcosa, beh, sì: volevo dare la mia personale risposta a una domanda che sono secoli che ritorna dentro libri, romanzi e saggi filosofici, e cioè l’amore è follia?”. Ecco, questo libro è una risposta di 372 pagine alla domanda “l’amore è follia?”.

Nei ringraziamenti tu stesso dici che il tuo lavoro ti da spunti per scrivere tantissime storie. Cosa ti piacerebbe raccontare prossimamente?

Ora in cantiere ho una storia che parla di tre ragazzi in fuga, è una specie di road movie di carta. C’è molta più azione rispetto a Eppure cadiamo felici, ma al tempo stesso c’è ancora il mio affetto per i ragazzi un po’ “fuori”, quelli considerati universalmente un po’ sfigati, gli outsider. Per ora mi piace raccontare loro, anche per dar loro una voce che spesso nel mondo reale forse non riescono ad avere.


Playlist


Firework -  Katy Perry

 

The Great Gig in The Sky - Pink Floyd 



Another Brick In The Wall - Pink Floyd 



Mother - Pink Floyd 



Nessun Dorma (Turandot) -  José Carreras, Placido Domingo & Luciano Pavarotti



Fix You - Coldplay



Hoppípolla - Sigur Rós



1979 - The Smashing Pumpkins 



Pigs on the Wing - Pink Floyd



 Born to Run - Bruce Springsteen



 Comfortably Numb - Pink Floyd


Wish You Were Here - Pink Floyd

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E ora che avete conosciuto l'autore, e potete affrontare la lettura con la musica nelle orecchie, non vi resta che continuare a seguirci in questo bellissimo blogtuour! Guardate il calendario! 


lunedì 24 aprile 2017

{ Recensione } "Apri i tuoi occhi" di Patrisha Mar

Buongiorno lettori,
stamattina vi parlo dell'ultimo romanzo di Patrisha Mar, che troverete in libreria da giovedì 27 e che vi consiglio sin da subito!


"La musica era la chiave di lettura della sua vita, la sua fata madrina che esaudiva i desideri, che rendeva tutto possibile..."


Trama.

Ward Camden è un famoso scrittore di thriller, bestseller in tutto il mondo, ma è anche un misogino con il carattere schivo e nessuna voglia di stare al centro dell’attenzione. Il suo sogno è fuggire da Los Angeles, dalla sua agente e da Linda, la fidanzata. In un impeto di ribellione, decide così di partire per la Toscana, per ritrovare se stesso e la perduta voglia di scrivere. Il destino si presenta a lui con il nome di Sissi Fiori, una giovane violinista che prima lo travolge con la sua bicicletta, poi con il suo carattere solare e appassionato, infine lo coinvolge in una vacanza inaspettata e piena di sorprese. L’attrazione fra i due è immediata, ma ci pensano Andrea ed Emma, i più cari amici di Sissi, a complicare le cose. In un tale vortice di eventi, emozioni e fraintendimenti, Ward e Sissi riusciranno a lasciarsi andare al sentimento che sta nascendo fra loro?

Perché leggerlo?

Patrisha mi aveva già conquistata con "La mia eccezione sei tu", poi con "Ti ho incontrato quasi per caso", e con questo nuovo romanzo, si riconferma un'autrice da avere come punto di riferimento quando si ha voglia di leggere una storia d'amore romantica, fresca e brillante.
Sì, perché  "Apri i tuoi occhi" mi ha emozionata e coinvolta a un punto tale che molto spesso avrei voluto poter interagire con i personaggi e dire loro cosa fare o cosa evitare assolutamente! 
Ho amato Ward in costante lotta con se stesso, diviso tra la volontà di stare in isolamento per scrivere un nuovo libro di successo e quella di assecondare l'interesse per la dolce e vitale Sissi. E che dire della violinista dal cuore grande, sincera e spontanea? Impossibile non provare simpatia per lei. 
È stato bello vedere, pagina dopo pagina, come si evolveva il loro sentimento. Così come è stato altrettanto bello ritrovarsi a leggere un'altra storia d'amore, ugualmente bella ed emozionante. 
A parer mio, anche Andrea ed Emma sono protagonisti di questo romanzo, non solo perché le loro azioni saranno fondamentali per determinare il futuro dell'amore di Sissi e Ward, ma anche perché sono due personaggi affascinanti, ricchi di sfaccettature, fragili e insicuri.
Ahimè, la lettura scorre veloce, e in men che non si dica, si arriva all'epilogo che fa sognare, ma non è melenso e sdolcinato, è semplicemente perfetto! 
Regalatevi qualche ora di spensieratezza, e leggete "Apri i tuoi occhi" di Patrisha Mar, non ve ne pentirete!

E ora non vi resta che immaginarvi Sissi che col suo violino suona una cover della bellissima "Divenire" di Ludovico Einaudi...





domenica 23 aprile 2017

{ Blogtour } "L’estate più bella della nostra vita" di Francesca Barra - Il libro in musica

Buongiorno lettori,
oggi, eccezionalmente di domenica, il blog ospita una tappa del blogtour dedicato al nuovo libro di Francesca Barra, "L’estate più bella della nostra vita".



L’estate è la stagione della libertà, dei sorrisi e del profumo di salsedine. Ma per Giulia e Lorenzo quest’anno tutto è diverso. Sono costretti a trascorrere due lunghi mesi in Basilicata, la terra d’origine della madre. Una terra lontanissima da loro, cresciuti al Nord. Una terra di cui non hanno ricordi, perché da quando erano piccolissimi non ci sono più tornati. Una terra dove c’è una famiglia di cui non sanno nulla. I due ragazzi preferirebbero essere da qualsiasi altra parte invece che con quei nonni così all’antica, quelle zie troppo amorevoli, quei cugini che pur essendo coetanei sembrano distanti anni luce da loro. Eppure giorno dopo giorno scoprono la magia di un posto dove sembra che il tempo si sia fermato. Dove lo stare a tavola insieme vuol dire prendersi cura l’uno dell’altro. Dove l’amicizia è un valore importante. Ma anche lì, in quei luoghi che profumano di liquirizia selvatica, ci sono dolori che non si ha il coraggio di portare in superficie. Ci sono segreti che raccontano di un amore che ha diviso una famiglia. Che ha diviso tre sorelle per troppo tempo. Ora Lorenzo e Giulia sono pronti a rompere quell’equilibrio di bugie e segreti, sono pronti a farle riavvicinare. Perché non esiste mai una sola verità...


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La particolarità che contraddistingue questo libro è che parla di varie generazioni, e questo mi da l'opportunità, guidata dai riferimenti presenti in "L’estate più bella della nostra vita",  di portarvi con me in un viaggio in musica che va da metà anni '70 ai nostri giorni.




Anna e Marco - Lucio Dalla



Piccola e Fragile - Drupi



Occhi di gatto - Cristina D'Avena 




 Questo Piccolo Grande Amore - Claudio Baglioni



Vattene Amore - Amedeo Minghi & Mietta


.... e per i più giovani, pensando all'estate che vivranno Giulia e Lorenzo, ecco qualche suggerimento!



 Buon Viaggio (Share The Love) - Cesare Cremonini



L'estate addosso - Lorenzo Jovanotti Cherubini



La Vita Com'è - Max Gazzè

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E ora, provate ad aggiudicarvi una copia del libro, continuando a seguirci e compiendo questi semplici passi!



a Rafflecopter giveaway

giovedì 13 aprile 2017

"Un amore inaspettato" di Morgan Matson

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un romanzo che ho letteralmente divorato in poche ore, "Un amore inaspettato" di Morgan Matson. Sicuramente il nome dell'autrice non vi suonerà nuovo, infatti grazie alla casa editrice Newton Compton abbiamo potuto leggere altri due suoi titoli, Noi due ai confini del mondo Al centro dell'universo.


"È un rischio, sempre. [...] Dovunque ci sono grandi sentimenti. Perché c'è del potere nei sentimenti. E poche persone sanno gestirlo".


Trama.

Andie ha pianificato con cura il proprio futuro. Ha deciso che frequenterà un corso di specializzazione in Medicina e, per quanto riguarda suo padre, il piano è quello di evitarlo il più possibile (il che non è poi tanto difficile, considerando che è un membro del Congresso e non è mai a casa). In tema di amicizie, poi, si sente a cavallo: Palmer, Bri, e Toby sono le persone più straordinarie del pianeta, e squadra che vince non si cambia. Nessuna indecisione neppure a proposito dell’amore: il suo motto è mai più di tre settimane con qualcuno. In fondo non ci sono ragazzi per cui valga la pena di investire più tempo. L’estate è in arrivo e tutto le sembra perfettamente sotto controllo. Come piace a lei. Fino a quando uno scandalo politico non scombussola tutti i suoi piani. Improvvisamente Andie si ritrova a fare cose che non avrebbe mai potuto prevedere: racimolare qualche soldo lavorando come dog-sitter, vivere sotto lo stesso tetto con suo padre (un evento che non si verificava da anni) e forse, ma magari è solo un’impressione, permettere a Clark di avvicinarsi oltre il livello di sicurezza. Palmer, Bri e Toby le consigliano di godersi questo nuovo imprevedibile caos, ma Andie odia dover improvvisare…

Perché leggerlo?

Lo avete notato, ultimamente mi sono dedicata a thriller, gialli, noir e narrativa riguardante fatti realmente accaduti, e stavo cercando un romance che mi coinvolgesse e mi facesse riprendere la lettura assidua di questo genere. Ed eccomi qui, entusiasta per questo romanzo che esce proprio oggi!
Sono tanti gli elementi che mi sono piaciuti nel nuovo lavoro della Matson, primo fra tutti la scelta di raccontare la costruzione del rapporto tra Andie e suo padre. Non sarà un percorso facile, vi saranno delle incomprensioni, ma alla fine i due troveranno nuovamente il modo di prendersi cura l'uno dell'altro. Non voglio anticiparvi nulla, ma vi dico solo che la presenza del padre della protagonista sarà fondamentale verso la fine del romanzo.
Ho apprezzato molto anche il fatto che il mestiere svolto da Clark venga usato come espediente per inframezzare la narrazione con delle pagine "particolari". Non avete capito un piffero, vero? Bene, perché dovete correre in libreria e scoprire di cosa parlo!
A dare un pizzico di tenerezza in più ci sono poi i cani accuditi da Andie, o le tendenze da nerd di Clark e Tom, il ragazzo di Palmer. 
Quella scritta da Morgan Matson però non è solo una storia d'amore, ma anche di profonda amicizia, quella che lega Andie a Palmer, Bri e Toby e che subirà delle battute d'arresto difficili da superare.
"Un amore inaspettato" è una lettura che vi consiglio perché è leggera, frizzante e divertente, ma è anche tenera e romantica. E se, come me, amate le scene da film e, in particolare, adorate Notting Hill (il riferimento non è per nulla casuale), allora non potete proprio perdervelo!



"Just say you won't let go"


giovedì 6 aprile 2017

"Una perfetta sconosciuta" di Alafair Burke

Buongiorno lettori,
lunedì vi ho anticipato che sarebbe stata una settimana ricca di post sul blog, e così oggi vi voglio parlare del nuovo thriller di Alafair Burke edito Piemme. Anche stavolta ho potuto leggere questo bel romanzo grazie alla collaborazione con Thriller Nord dove potete trovare il focus sull'ambientazione del libro. 



Trama.

Immagina che la polizia arrivi a casa tua e ti mostri una foto in cui tu - con i capelli di quel tuo rosso inconfondibile, il tuo cappotto blu - stai baciando un uomo. Peccato che quell'uomo sia stato trovato morto trentuno ore prima, e tu non ricordi di averlo mai baciato. Anzi, lo conoscevi appena. Era il tuo nuovo capo, l'uomo che ti aveva dato in gestione la galleria per conto di un misterioso proprietario. Il lavoro dei tuoi sogni: ti era sembrato troppo facile, troppo bello per essere vero. Eppure tutto era andato liscio, la galleria esisteva davvero, avevi firmato un contratto regolare. Adesso, però, guardando quella foto capisci che non c'era niente di regolare. Niente di facile. Perché là fuori qualcuno sta cercando di incastrarti, anche se non riesci a immaginare il motivo. Qualcuno che sa molte cose di te. E che forse ti è molto vicino... In questo thriller in cui nulla è come sembra, Alice Humphrey vede crollare intorno a sé, come un castello di carte, ogni certezza. Compresa quella più importante: la sua stessa innocenza.

Recensione.

La trama parla da sola, non vi dirò altro. Voi stessi, insieme alla protagonista, dovrete scoprire i complessi intrecci narrativi che la bravissima Alafair Burke ha magistralmente creato dando vita a un thriller davvero avvincente.
Posso però descrivervi ciò che vi terrà incollati alle pagine di questo libro: curiosità, adrenalina e profonda empatia nei confronti della protagonista, non vi abbandoneranno mai. Vi renderete conto che non vi sono certezze nella vita, che da un momento all’altro, anche un minimo particolare, un’occasione fortuita, può cambiare la vostra esistenza. E se il cambiamento porta a vivere un incubo che sembra non finire mai?
Accompagnerete Alice in un’odissea che le farà mettere in dubbio ogni aspetto della sua vita, ma che sarà anche l’occasione per una crescita personale che la porterà a risplendere, a trovare il suo posto nel mondo, quello che ha sempre disperatamente cercato, lontano dalla sua ingombrante famiglia. 
Avrete capito che ho adorato la protagonista, sì, non posso negarlo! All’inizio è fragile, ingenua, insoddisfatta, ma quando vede venir meno ogni sua sicurezza, tira fuori un carattere inimmaginabile. Si dimostra scaltra, forte e instancabile.
Sono rimasta colpita anche dal ruolo svolto dalle forze dell’ordine: nel racconto sono diversi i rappresentanti della categoria e l’autrice non ha lasciato nulla al caso nella loro caratterizzazione, mettendo in risalto i loro pregi e i loro difetti.
Ulteriori elementi a favore di “Una perfetta sconosciuta” sono l’ambientazione, una New York spenta, in piena crisi economica, e il ritmo della narrazione. A proposito di questo ultimo aspetto, gli eventi si susseguono uno dopo l’altro, come in un film, tanto che, per il lettore, non sarà difficile immaginare questa storia riprodotta sul piccolo o grande schermo.



"In New York,
Concrete jungle where dreams are made of,
There’s nothing you can’t do,
Now you’re in New York,
these streets will make you feel brand new,
the lights will inspire you,
lets here it for New York, New York, New York"



martedì 4 aprile 2017

"Il boulevard delle ossa" di Léo Malet

Buongiorno amici, 
oggi vi consiglio un bel giallo, si tratta di "Il boulevard delle ossa" di Léo Malet che ho avuto l'opportunità di leggere grazie a Thriller Nord



Trama.

È primavera, e all’agenzia d’investigazione Fiat Lux è un gran giorno: Nestor Burma e la sua assistente Hélène hanno appena vinto due milioni alla lotteria. Bisogna festeggiare, pipa in bocca e bicchiere in mano. Ma non si può mai stare tranquilli. Suona il campanello e i festeggiamenti vengono interrotti da un uomo trafelato: è Goldy, un mercante di diamanti ebreo, e ha bisogno del loro aiuto. Le informazioni che fornisce sul caso sono piuttosto fumose, ma a quanto pare ci sono di mezzo la malavita cinese e un giro di prostituzione russa d’alto bordo. Abbastanza per incuriosire Burma, che si mette subito all’opera. Questa volta l’indagine si svolgerà su strade del tutto nuove: da un bordello di Shanghai, a una Casa d’aste di rue Drouot, fino al tesoro della Corona imperiale russa, mentre si apriranno scenari sempre più inquietanti e spunteranno elementi sempre più strani, come uno scheletro con una gamba sola che sembra appartenere a un generale scomparso nel 1939 e un cadavere che forse non è tale fino in fondo.

Recensione.

Leggere le avventure di Nestor Burma è sempre un immenso piacere perché, pagina dopo pagina, ci si trova immersi in una magnifica Parigi d’altri tempi e in un’atmosfera che non è mai troppo tetra o angosciante, pur trattandosi di un giallo. 
Anche in questo episodio, ritroviamo il pungente sense of humor dell’investigatore, stavolta affiancato da un’aiutante, Hélène, che si rivela essere una spalla di tutto rispetto. 
La trama de “Il boulevard delle ossa” è davvero particolare e ricca di curiosi elementi che riescono a coinvolgere fin da subito il lettore. Seguiamo Burma nelle sue indagini in giro per il IX arrondissement e, insieme a lui, cerchiamo di risolvere un mistero che però, a sorpresa, ne nasconde un altro. 
L’elemento vincente di questo libro è il ritmo serrato della narrazione: non ci sono tempi morti perché l’investigatore ci fornisce di continuo degli spunti di riflessione utili al fine della risoluzione del caso. Gli avvenimenti si susseguono, i dubbi aumentano, il desiderio di avere un quadro completo della vicenda si fa sempre più forte. 
Il racconto è perfetto nella sua brevità, anche grazie allo stile asciutto e alla scrittura chiara di Léo Malet, che ha inoltre il merito di aver creato personaggi dal forte appeal.
Una lettura imperdibile per chi ha già avuto modo di conoscere Nestor Burma, per gli amanti del genere, e per tutti quelli che sono alla ricerca di un titolo appassionante.


lunedì 3 aprile 2017

"Nessuno può fermarmi" di Caterina Soffici - Intervista all'autrice

Buongiorno lettori, 
dopo qualche giorno di assenza per un viaggio a Barcellona, ritorno attiva sul blog con tanti bei contenuti! 
Oggi vi propongo un'intervista all'autrice di "Nessuno può fermarmi" (trovate qui la recensione), Caterina Soffici. È stato un piacere poterle porre delle domande, e leggendo le risposte vi accorgerete di quanto la scrittrice sia instancabile e piena di passioni.



“Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla” 
Questa frase di George Santayana, filosofo spagnolo, è impressa nella mia mente da tempo, e da quando ho letto il tuo libro è tornata a fare capolino tra i miei pensieri. La tragedia che hai raccontato è in parte colpa della “paura dello straniero”, un problema che oggi più che mai tiene sotto scacco la nostra società. Qual è il messaggio che volevi trasmettere ai tuoi lettori?

“Infatti, io racconto come si costruisce la figura del nemico, dello straniero. Diamo sempre per scontato che viviamo in un tempo di pace e di amicizia tra i popoli, ma in verità le cose possono cambiare molto velocemente, come è capitato in passato e come racconto nel mio libro. Bisogna stare attenti a maneggiare certi spauracchi, perché come cito anche nel libro, siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Quella volta gli stranieri eravamo noi, e potremmo tornare ad esserlo!". 

Nella vicenda del naufragio dell’Arandora Star ti sei imbattuta per pura casualità, ma cosa ti ha spinto a studiarne i dettagli per poi parlarne in un romanzo?

“Questo romanzo è venuto a cercarmi, come i suoi personaggi. Ho visto una targa che commemorava le vittime della tragedia nella chiesa di St Peter a Londra e ho subito capito che quella storia andava scritta come un romanzo. Perché volevo ridare vita a quella vicenda e a quelle persone. E non c’è modo migliore di un romanzo per suscitare emozioni, creare compassione, dare uno spessore a una vicenda che ha molti aspetti e sfaccettature. 
Si indaga sull’amicizia, sull’amore, sul senso di colpa, sull’identità, sulla memoria". 

I protagonisti e la loro caratterizzazione sono uno dei punti di forza del tuo romanzo. 
Flo e Bartolomeo sono i miei preferiti perché li ho trovati perfetti nonostante le loro profonde debolezze. Come si sono fatti strada nella tua immaginazione?

“Come dicevo prima, sono venuti loro da me. Credo che succeda a molti scrittori. Non sei tu a scegliere i personaggi, ma loro a scegliere te. Flo mi è venuta a cercare dopo il mio primo incontro con una signora oggi 92enne, figlia di una delle vittime. Ho visto lei e ho visto Flo. Il ragazzo non ha una genesi così netta, ma una mattina, quando ho aperto il computer per mettermi a scrivere, l’ho trovato lì, che mi aspettava". 

Dal 2010 abiti a Londra. Negli ultimi tempi hai avvertito dei cambiamenti nel comportamento nei confronti degli immigrati?

“Il voto su Brexit non ha ancora cambiato niente formalmente, ma è successo qualcosa che sarà difficilmente sanabile. Niente sarà più come prima, mi aveva detto Hanif Kureishi, che abita vicino a me e ci incontriamo spesso al supermercato a fare la spesa. Ricordo che mi disse questa frase il giorno prima del referendum. E aveva ragione. Si è creato un sentimento che a Londra era sconosciuto: il noi e il voi. Noi inglesi, voi stranieri. Sono stati sdoganati atteggiamenti e comportamenti che solo un anno fa sarebbero stati inconcepibili. Tipo, in metropolitana sentire qualcuno che sbotta: questi polacchi, non stanno in coda. Forse lo pensavano anche prima, ma non l’avrebbero mai detto e soprattutto non l’avrebbero mai riferito a una nazionalità in particolare. Polacchi, italiani o turchi, fa lo stesso”. 

Credi che le parole abbiano il potere di cambiare la vita delle persone e per questo collabori con la fondazione Ministry of Stories che ha l’obiettivo di insegnare a bambini e ragazzi l’importanza del racconto. Questa esperienza ha in qualche modo influenzato la tua scrittura?

“L’unico modo per sconfiggere l’ignoranza, da cui nascono i pregiudizi, il razzismo, la paura del diverso è avvicinare i giovani ai libri, alle parole. La creatività è uno strumento potentissimo in questo senso. Può essere una vera medicina per curare i mali sociali di cui parliamo. Mali sociali e anche disagi personali, che spesso poi le due cose vanno a braccetto. E vedo che i risultati ci sono”. 

Alla lettura io associo sempre la musica. C’è qualche brano che ti ha tenuto compagnia durante la stesura di “Nessuno può fermarmi”? Se la risposta è no, che metodi hai usato per concentrarti o ritrovare l’ispirazione nei momenti di blocco creativo?

“In genere ascolto musica a caso, metto le cuffiette e una playlist, ma senza farci troppo caso. Lo faccio per isolarmi dal contorno, perché con la vita che faccio mi capita di scrivere in vari luoghi, anche molto rumorosi. Con questo libro invece è stato diverso: mi sono fissata con La Traviata, che faccio cantare a Margherita quando cucina. E’ diventata un mantra, quando iniziavo a scrivere avevo bisogno di sentire la voce della Callas. 
L’altra cosa per me è il nuoto. Cerco di andare in piscina appena posso. A Londra ho trovato una piscina riscaldata all’esterno, dove nuoto anche d’inverno. La prima volta che ho visto gli inglesi nuotare a dieci gradi ho pensato che fossero mezzi matti. Adesso sono mezza matta anche io, perché lo trovo normalissimo. Anzi, necessario. Flo e Bart hanno nuotato insieme a me e chissà quanti chilometri si sono fatti. Il nuoto per me è una forma di meditazione, ti libera dai pensieri, schiarisce la mente e quando mi incastravo su qualche passaggio o non avevo le idee chiare, immergermi nell’acqua e procedere senza rumori intorno ma solo seguendo il rumore del mio respiro mi è stato indispensabile”. 

Avete visto? Abbiamo davvero parlato di tutto: storia, società, scrittura e musica...e ora vi lascio con un'aria de La Traviata, "Amami Alfredo", cantata dalla divina Maria Callas.



"Sarò là, tra quei fior, presso a te sempre.
Sempre, sempre presso a te!
Amami, Alfredo,
Quant'io t'amo!"


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